Milano nei film #1

LA TORRE VELASCA

Di Milano ne “Il Vedovo” di Dino Risi c’è ben poco ma è sufficiente per rendere famoso il grattacielo simbolo del miracolo economico milanese: la Torre Velasca. Alberto Nardi, un imprenditore romano con poco intuito per gli affari, organizza, con la complicità di alcuni suoi fedeli collaboratori, l’omicidio della moglie, ricca e fortunata imprenditrice, e spera di farla precipitare nella tromba dell’ascensore della loro abitazione al 19° piano della Torre Velasca. L’edificio, dalla sua realizzazione, nel 1958 su progetto dello studio BBPR, ha suscitato fin da subito critiche controverse. Soprannominato dai milanesi “il palazzo con le bretelle” a causa di traverse in acciaio che sorreggono il corpo aggettante dell’edificio, nell’intenzione dei suoi ideatori era quello di creare una casa “a torre”, secondo lo stile medievale, e che si mettesse in dialogo con altri edifici della città come il Castello Sforzesco e il Duomo, di cui si guarda bene non superare l’altezza fermandosi giusto due metri piu’ in basso, a 106 metri. La coppia non a caso vive al 19°, infatti i piani compresi dal 18° al 25° avevano uno scopo abitativo (il corpo aggettante), quelli sottostanti erano uso ufficio. Il 25°, inoltre, era formato da sei appartamenti con un attico mansardato dove fino al 18 giugno 1996 visse Gino Bramieri.

LA BATTUTA: “Cosa fai cretinetti? Parli da solo?”

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