Le piscine storiche milanesi

In questa Estate un po’ diversa dal solito, si è scelto di rimanere quanto più possibile vicino a casa. Milano è sempre stata una città d’arte, architettura e design, anche in quei luoghi che frequentiamo solo per la ricerca del massimo relax. Uno di questi luoghi sono le piscine e gli stabilimenti balneari.

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PISCINA ROMANO – Lo stabilimento balneare di via Ampere, viene realizzato nel 1929 su progetto di Luigi Lorenzo Secchi che immaginava per Milano la costruzione di ben sette piscine all’aperto in aree ancora non edificate. La piscina Romano con la sua vasca di 40 x 1000 in asse con la palazzina degli spogliatoi affiancata dal padiglione con le docce, diverrà modello per altri complessi cittadini all’aperto come la Piscina Caimi (ora Bagno Misteriosi) del 1939 di via Mario Botta. Le novità di questa piscina è che veniva utilizzata acqua di falda depurata a differenza delle altre piscine che veniva costruite accanto ai corsi d’acqua.

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PISCINA SOLARI – La piscina Solari è un altro edificio di Arrigo Arrigheti, realizzato nel 1963 con la caratteristica copertura “a sella”, formata da una tensostruttura che permette la formazione di un volume ridotto e di conseguenza un notevole risparmio energetico durante il periodo invernale e grazie alle finestre inclinate, un’ottima illuminazione interna. Come nella piscina Argelati (di cui parlerò più avanti), gli spigoli sono arrotondati per accentuare il carattere non agonistico dell’impianto. L’intero edificio si trova all’interno del parco Solari, disegnato nel 1940, nell’area in cui sorgeva lo scalo merci della stazione di Porta Genova.

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PISCINA COZZI – In un post recente avevo accennato alla Cozzi e alla sfortunata sorte del suo archietto, Luigi Lorenzo Secchi, che portata a termine l’opera, e non con poca difficoltà, si troverà ad avere un esaurimento nervoso. All’interno della Cozzi si trova una delle prime vasche olimpioniche coperte di 33 metri (misura standard per la pallanuoto) ed era illuminata dall’alto con dei lucernai ad arco che scorrono su una cremagliera comandata a distanza. Le banchine della vasca sono riscaldate con un sistema di circolazione dell’acqua calda e, novità per l’epoca, presentava un doppio percorso intorno: uno per piedi nudi e uno per i piedi calzati. Il volume esternamente si presenta ricoperto da mattoni rossi e marmo chiaro a richiamare le architetture del periodo di Marcello Piacentini.

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PISCINA ARGELATI – L’impianto balneare sorge su un altro impianto, costruito nel 1915, che sfruttava l’acqua del naviglio che scorre vicino. Solo dal 1929 si inizia a utilizzare l’acqua di falda grazie alle realizzazione di nuovi stabilimenti balneari per opera di Lorenzo Luigi Secchi (di cui ho parlato in un post precedente…) e nel 1958, Arrigo Arrighetti, dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune, inizia un lavoro di rifacimento dell’intero impianto. Realizza tre vesche le quali, a differenza di altre piscine, hanno gli angoli arrotondati, volendo l’architetto porre in risalto il carattere di svago dell’impianto. La linea curva infatti sarà la cifra stilistica che accompagnerà questa architettura in quanto si trova in diversi ambienti dell’edificio: ingresso, bar, docce.

FONTE: Itinerari/Architetture d’acqua, le piscine storiche di Milano – a cura di Paolo Brambilla.

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2 pensieri su “Le piscine storiche milanesi

    1. Grazie a te per il commento. Ho indicato solo le 4 piscine storiche di proprietà di Milanosport e attualmente aperte.

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