Giovedì 2 dicembre 2021, presso la Basilica di Sant’Ambrogio, è stato presentato la ricostruzione del volto di Ambrogio, attraverso il calco del suo teschio conservato nella cripta della basilica. Lo studio condotto dal team del laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (Labanof) condotto dalla dott.ssa Cristina Cattaneo e il dott. Davide Porta, ha ricostruito il volto del patrono seguendo un attento metodo scientifico. Nel 2019 è stata condotta una ricognizione delle ossa dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso che ha portato allo studio, ancora in corso, delle ossa di altri santi milanesi, uno studio della “santità antica di Milano”. Lo studio del patrimonio scheletrico presente nel suolo di Milano ci restituisce la nostra identità storica. I reperti ossei raccontano il “quotidiano” ovvero ciò che le fonti storiche spesso tralasciano per eventi storici più rilevanti. Sono delle “osteobiografie” ovvero lo studio di un’ epoca storica o di un luogo attraverso i resti ossei rinvenuti nel sottosuolo. Con i mazzi scientifici di oggi uno scheletro può raccontarci molte cose della propria epoca. Ci viene restituito il volto di un popolo ed anche quello di un singolo come è avvenuto con Ambrogio. Un patrimonio storico che può essere condiviso con tutti e come in questo caso, toccato con mano.
La ricostruzione (probabile) del volto di Sant Ambrogio ha seguito un metodo che, partendo dal calco in gesso, si suddivide in quattro fasi: definire lo spessore della carne, ricostruzione dei muscoli facciali, ricostruzione dei muscoli superficiali, ricostruzione della pelle. L’antropologo nello studio dello scheletro identifica crea un profilo biologico. Ambrogio sappiamo che era maschio, vissuto fino a 54/64 anni, alto 168 cm, che ha seguito una dieta equilibrata, ha subito la frattura della clavicola ed è morto per una malattia generativa cronica. Sul cranio è presente una deviazione del setto nasale, una bombatura su lato, un’asimmetria nella posizione degli zigomi. Queste deformazioni hanno caratterizzato la formazione del volto che corrisponde alle descrizione restituita dai documenti storici. Orecchie a sventola, naso storto, un occhio più alto dell’altro. Il volto ricostruito seguendo il metodo scientifico non vuole essere una rappresentazione del vero, non è il vero volto del santo, ma una ricostruzione abbastanza accurata da essere solo essere riconoscibile e suscitare un ricordo. Si può paragonare la ricostruzione con il mosaico presente nella cappella di San Vittore in Ciel d’Oro in cui è presente il ritratto più antico di Ambrogio. Sebbene alcuni elementi coincidano, altri posso essere considerati forse un limite del mosaico che rappresenta alcuni dettagli in modo diverso. La ricostruzione della LABANOF è una ricostruzione che segue un metodo scientifico.
Il materiale scelto per la realizzazione è la resina poliuretanica molto resistente che permette ai non vedenti di “guardare” il volto del santo che verrà posto nella cappella di San Vittore in Ciel d’Oro
