Milano nei film #2

VIA FORMENTINI E L’EX CHIESA DI SAN CARPOFORO

“volatore di aquiloni” è un film di e con Renato Pozzetto del 1987 in cui vengono narrati pregi e difetti di Milano. Urca decide di andare a vedere per la prima volta in mare, partendo dalla montagna in cui vive, con il suo deltaplano. Nonostante la madre Colomba lo abbia messo in guardia – “Non passare per Milano, non fare questo sbaglio!” – decide lo stesso di fare una deviazione. Intossicato dallo smog, precipita in mezzo allo stadio di San Siro. In questo viaggio onirico alla scoperta di Milano, Urca incontra il sig. Bonaventura, il primo correntista della Banca Cariplo, ritratto in un quadro all’interno della banca il quale “cade” dal quadro e con il suo calesse lo porta in giro per la città. Attraversando il quartiere di Brera, il quartiere degli artisti, passa per via Formentini, che nel film chiama “piazza”, ed esclama: “questa è la piazza più brutta del posto più bello di Milano!”. Nello sfondo della piazza, la facciata della ex chiesa di San Carpoforo. Povera piazza, forse il signor Bonaventura, si ricordava quando nella “piazza”, erano presenti le case chiuse, e quella via era chiamata”contrada di Tett” perché, proprio in quella via, le ragazze si affacciavano alle finestre a seno nudo. Il calesse passa davanti alla chiesa di San Carpoforo, edificio religioso edificato da Santa Marcellina, sorella di San’Ambrogio, sopra a un tempio dedicato alla dea Vesta. L’insieme della chiesa era diverso dallo stato attuale, con un pronao, un campanile, e all’interno cinque cappelle laterali
sul lato destro. All’intersezione tra navata centrale e transetto si trovava l’altare maggiore con un ciborio che, secondo alcuni storici, era uguale a quello della chiesa di Sant’Ambrogio. Nel 1610 il cardinale Federico Borromeo ordinò un adeguamento della chiesa alla riforma Tridentina. Vennero ridotte le cappelle laterali, creata una nuova copertura interna e la facciata privata di ogni decorazione. Lentamente la chiesa iniziò a decadere
fino alla sua totale soppressione nel 1787 e nel 1864 divenne proprietà del Comune di Milano che la spogliò di tutti i sui arredi interni. E’ stata per
lungo tempo sede dell’Archivio Storico Civico di Milano poi nel 1993 venne concessa in uso gratuito alla vicina Accademia di Belle Arti come sede dei suoi corsi.

LA BATTUTA: “Ma che mare! Milano è meglio di Venezia! Vada a specchiarsi nei Navigli e poi mi dirà!”

Nel suo volo in deltaplano, Urca passa sopra le vecchie fabbriche di Milano, Alfa Romeo, Carlo Erba, Max Meyer, Breda e i gasometri della Bovisa e la Fiera Campionaria.

FONTI: https://www.chiesadimilano.it

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